Alessandro Barbero è nuovamente ospite della Sacra di San Michele, evento organizzato da Alpitrek, per parlarci del poeta (al maschile, come avrebbe preferito essere apostrofata lei stessa) Anna Achmatova e i suoi intrecci con la Storia sovietica. La poesia russa del '900 e una delle sue massime espressioni, una poesia di un livello mondiale ed altissimo ma nelle forme non innovative come quelle di altri paesi. Una poesia in rima ed in metrica con ritmi molto precise che ne rende difficile la traduzione oltre che nei concetti anche nella tecnica.
Anna (all'anagrafe Anna Andreyevna Gorenko) nasce nel 1889 verso Odessa (Ucraina); russa di Pietroburgo (Leningrado) passa la sua infanzia ed adolescenza nel sobborgo del palazzo imperiale.
Figlia di Andrej Antonovič Gorenko, funzionario pubblico, e di Inna Erazmovna Stogova, entrambi di nobile famiglia, fu sposata dal 1910 al 1918 con Nikolaj Gumilëv, dal quale ebbe il figlio Lev. Fece parte della Corporazione dei poeti, un gruppo acmeista fondato e guidato dal marito. Compose la prima opera, La sera, nel 1912, alla quale seguì Il rosario nel 1914, caratterizzate entrambe da un'intima delicatezza. Lo stormo bianco (1917), Piantaggine (1921), Anno Domini MCMXXI (1922) sono raccolte di versi ispirate dal nostalgico ricordo dell'esperienza biografica, che spesso assumono quasi la cadenza di una preghiera.
Dopo la fucilazione del primo marito, Nikolaj, nel 1921, seguì una lunga pausa indotta dalla censura, che la poetessa ruppe nel 1940 con Il salice e Da sei libri, raccolte dalle quali emerge un dolore derivato dalla costante ricerca della bontà degli uomini. Il figlio Lev fu imprigionato fra il 1935 e il 1940 nel periodo delle grandi purghe staliniane.
Anna Andreevna Achmatova ritratta il 1 gennaio 1921 da Moisej Nappelbaum
Espulsa dall'Unione degli Scrittori Sovietici nel 1946 con l'accusa di estetismo e di disimpegno politico, riuscì tuttavia ad essere riabilitata nel 1955, pubblicando nel 1962 un'opera alla quale lavorava già dal 1942, il Poema senza eroe, un nostalgico ricordo del passato russo, rielaborato attraverso la drammaticità che la nuova visione della Storia comporta, e attraverso una trasfigurazione dello spazio e del tempo in una concezione di puro fine.
Comments (20)
La velata commozione alla fine di questa lezione dimostra, ancora una volta, che la grande capacità di Barbero è non solo la conoscenza, non solo la narrazione, ma il talento di sentire e amare ciò che racconta e di riuscire a trasmetterlo completamente. Sa creare una forma di affetto genuino verso il racconto, e verso il narratore
Grazie dalla Russia professore per il suo amore e passione per la storia e cultura russa! Mi é piaciuto tantissimo, anche se l'italiano non é la mia madrelingua.
Riflettendoci un po' non riesco davvero a capire come si possa immaginare l'Europa senza la Russia. Una cultura così ricca ed opulenta. Una storia così avvincente e talmente intrecciata con il destino del resto del continente che anche con tutto l'impegno non si può e non si deve cancellare. Saremmo solo tutti più poveri.
Bravo Prof. Che profondità ed ampiezza, nei minimi dettagli. E' riuscito addirittura scendere nei sentimenti raccontando i fatti e la storia, una maestà ineguagliabile. Grazie.
Grazie professore. Lei trasmette emozioni come pochi!
Professore, la ringrazio di questa trasmissione, che ha raccontato con grande delicatezza, sapienza, conoscenza e garbo una parte della cultura immensa della Russia , legata ad una immensa tragedia del popolo russo e della parte più " sofferta " e " sofferente " - che fu, che sia e credo che sarà sempre : l'intellighenzia russa. Grazie.
Grande Prof. BARBERO, è sempre un piacere ascoltarla.👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
Solo Barbero può raccontare le parole e trasformarle in emozioni 🥹
Grazie, grazie infinite per la passione e l' amore.
Per fortuna c'è ancora Lei, professore, che con amore e rispetto ricorda la grande cultura e profondità della Grande Madre Russia.
Se questa lezione il professore l'ha fatta di recente, complimenti vivissimi. Perché di questi tempi solo a dire Russia e cose russe sei un filoputiniano, un nemico della democrazia, un traditore della propria patria. Pensiamo al vigile sindaco di Milano protettore del onore dei milanesi che ha cacciato interpreti russi dalla Scala ed ha annullato ogni concerto o manifestazione artistica dove erano presenti artisti russi. Alle Olimpiadi di Parigi i russi sono esclusi. Alessandro Barbero è coraggioso,ovviamente se lo può permettere dal alto della sua cultura e valore personale.
Me la sono goduta tutta questa bellissima storia 👏🤗
Complimenti, prof. Barbero! Le Sue, "lectiones" sono sempre molto stimolanti. Sulla questione di come oggi i russi usano chiamare San Pietroburgo, nella conversazione corrente, la chiamano solitamente "Piter". Di nuovo complimenti!!!
Bellissima questa descrizione romantica della personalita' viva e passionale dello spirito Russo, che credo sia sempre esistita ed esista ancora, sincretizzata nel attualita'. Grazie.
Bravissimo professore! Grazie mille per questo bel racconto! Oggi ho scoperto una parte della letteratura Russa che non mi avevano mai accennato.😊
IMMENSO, come sempre ❤
Sempre fantastico.
Che bravo! Quanta sensibilità
Спасибо большое ❤
Magistrale