Barbero ci presenta il punto di partenza del documentario: l’incoronazione di Napoleone a imperatore nel 1804. Da questo momento simbolico si apre la riflessione sul percorso straordinario del giovane generale corso, che dopo il colpo di stato del 1799 riesce a trasformare la Francia e, con essa, l’intera Europa. Barbero racconta come l’ascesa di Napoleone non sia soltanto un fatto politico o militare, ma un momento di profonda riorganizzazione sociale, amministrativa e culturale.
Il Professore descrive in particolare le grandi riforme interne introdotte dal regime napoleonico. Tra queste, una delle più rivoluzionarie è la standardizzazione delle misure: nasce il sistema metrico decimale, con metro, litro e chilogrammo, destinato a diventare un riferimento internazionale. Barbero sottolinea anche la volontà di creare una società più laica e moderna: compaiono nuove festività civili, viene tentato un nuovo calendario per rompere con la tradizione religiosa e, soprattutto, la registrazione di nascite, matrimoni e morti passa dalle parrocchie ai municipi, segnando un passo decisivo verso lo Stato laico.
Il cuore del documentario è dedicato al Codice Napoleonico, promulgato nel 1804. Barbero lo presenta come la vera eredità destinata a sopravvivere alla caduta dell’imperatore. Il codice stabilisce principi fondamentali come l’uguaglianza davanti alla legge, la tutela della proprietà privata, la libertà di commercio, la separazione tra Chiesa e Stato e l’abolizione dei privilegi di nascita. Barbero osserva come questo sistema giuridico, chiaro e coerente, abbia esercitato una fortissima influenza sul diritto dell’Europa continentale e sia tuttora in vigore in Francia.
Accanto alle riforme giuridiche e amministrative, Barbero racconta altre innovazioni, alcune meno note ma ugualmente significative: la concessione della piena libertà religiosa (con gli ebrei che, per la prima volta, ottengono gli stessi diritti degli altri cittadini), l’introduzione del telegrafo ottico come strumento di comunicazione rapida e persino la nascita del tricolore italiano, ispirato ai colori della Francia rivoluzionaria. Non mancano però gli aspetti più autoritari del regime, come la rigida censura sulla stampa, che Barbero non trascura di mettere in luce.
Infine il paradosso storico della Restaurazione. Dopo la sconfitta di Napoleone, i sovrani tornano al potere, ma scoprono rapidamente che gran parte delle riforme introdotte dall’imperatore sono ormai indispensabili. Barbero sottolinea come, nonostante il ritorno formale all’ordine precedente, la società europea sia ormai irreversibilmente cambiata: le innovazioni napoleoniche vengono mantenute perché percepite come moderne, utili e profondamente radicate nella vita quotidiana delle persone.