TuttoBarbero - L-europa-nel-xvii-secolo
Il XVI e il XVII secolo furono attraversati da una fase di straordinario sviluppo della scienza, tanto che gli stessi contemporanei furono consci di vivere una vera e propria rivoluzione scientifica. L'inizio di questo sviluppo si fa solitamente coincidere con il 1543, data di pubblicazione dell'opera di Niccolò Copernico Sulle rivoluzioni delle sfere celesti con cui si mise in discussione il sistema geocentrico, che poneva la Terra al centro dell'Universo con tutti i corpi celesti che gli ruotavano intorno, a favore di quello eliocentrico in cui al centro vi era invece il Sole. Tale innovazione ebbe ripercussioni profondissime ponendo in crisi molti assiomi della scienza aristotelica ben radicati nella società e negli insegnamenti cristiani. Il lavoro di Copernico trovò molti sostenitori in tutta Europa nonostante la condanna ricevuta da parte della Chiesa di Roma alimentando nuove correnti filosofiche; il filosofo Giordano Bruno pagò con la vita la sua strenua difesa delle nuove idee che andavano circolando. I calcoli di Copernico vennero continuati da Giovanni Keplero, che ne fornì una dimostrazione, e da Galileo Galilei che, grazie all'utilizzo del primo telescopio rifrattore, aggiunse ulteriori scoperte come le macchie solari o i satelliti di Giove. Galilei è accreditato dai più anche per essere stato l'iniziatore del metodo scientifico successivamente perfezionato da molto altri scienziati e in particolare dal lavoro i principi matematici della filosofia naturale pubblicato nel 1687 da Isaac Newton.