Feb 16, 2024 78K 1K
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Alessandro Barbero racconta le gesta della divisione Acqui durante la Seconda Guerra Mondiale dopo l'armistizio del Re. L'esercito italiano e le conseguenze dell'armistizio; le reazioni dell'esercito tedesco già pronto a questa eventualità e ad occupare l'Italia e disarmare l'esercito italiano.
Il destino più strano, quello della divisione italiane in istanza nei balcani, in Jugoslavia e in Grecia, in lotta contro la resistenza locale.
Lo sbarco in Normandia, probabilmente la battaglia più conosciuta e pubblicizzata della Seconda Guerra Mondiale. Una importante operazione militare con il coordinamento delle trutte anglo-francesi ed americane che per la prima volta decidono di aprire un secondo fronte e lo fanno, sotto la spinta della richiesta americana, dalla parte della Francia. L’at ...
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La battaglia di Canne: la più famosa e probabilmente più grande sconfitta conosciuta dall'esercito romano per mano di uno di quelli che è stato celebrato dagli storici come uno dei più grandi generali di tutti i tempi (Annibale il Cartaginese). Il mito del generale geniale che è in grado di conceprire in anticipo un piano straordina ...
Costantino, una delle figure più importanti dell'impero romano, ma anche controversa. Un imperatore che è stato "favorito da Dio e portato al trionfo contro tutti i suoi nemici"; l'imperatore che mise fine alle persecuzioni e diede vita a quella collaborazione tra Impero e Chiesa che sarebbe durata millenni. Ma anche un genera ...
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Comments (20)
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Grazie per questo video Professore.Mio padre era nell' Undicesima Armata, Divisione Acqui.Grazie❤Mio padre si unì ai partigiani
Mio padre capitano di una compagnia di mitraglieri motorizzati (con le famose Guzzi Falcone) di stanza nel Peloponneso, in un estate caldissima e umida, si ammalò di pleurite il 2 settembre del 1943, con la febbre a 40, venne rimpatriato all'ospedale militare di Brindisi (fu la sua salvezza dal massacro Greco), dove grazie alle poche ma efficaci cure, si riprese. La sveglia al mattino in ospedale era verso le 6, la mattina dell'8 settembre si svegliò e guardando l'orologio a cipolla che possedeva, erano le 9 passate. Uscendo dal camerone, trovò una confusione indicibile, soldati che festeggiavano l'armistizio, gente che scappava, ecc. Praticamente capì subito la gravità della situazione, lui da ufficiale pensò subito alle ritorsioni dei Tedeschi e quindi recuperando la pistola di ordinanza, con un gruppetto di altri soldati con le poche armi a disposizione, si dileguarono per le campagne brindisine, e attraverso le indicazioni e un foglietto scritto dal cappellano dell'ospedale, furono accolti da alcuni contadini, li vestirono con abiti modesti e poi essendo tutti del Nord, iniziarono la risalita dell'Appennino verso la fine di settembre, unitisi nel frattempo alle Brigate Fiamme Verdi Repubblicane Partigiane. Verso la fine di Ottobre, attestati in Val Nure entrarono definitivamente in quella compagnia partigiana. Mio padre che parlava inglese era incaricato di scortare con altri partigiani emiliani, ufficiali Americani in borghese, verso la Pianura padana nel tratto dalle colline tosco emiliane fino a Lodi o Crema, dove altri partigiani li portavano a Milano, per l'organizzazione dell'insurrezione finale. Non raggiunse ma la sua famiglia in Lombardia, per non metterla in pericolo, famiglia che ricevette in ottobre 1943 un dispaccio militare di ricerca e mandato di cattura, con tanto di sentenza di condanna a morte per diserzione, con le firme congiunte del tribunale militare e della Gestapo tedesca. nonostante 2 anni di clandestinità e sofferenza, è tornato a casa e il 29 aprile 1945 si è consegnato ai carabinieri della nostra città, per farsi registrare come condannato contumace. Il maresciallo lo fece chiudere in cella, per ovvi motivi, per ottemperare al provvedimento, ma lo stesso giorno, personalmente si recò alla prefettura, dove la condanna fu sospesa a firma del Prefetto e dopo poche settimane ottenne la grazia dal comando militare di Milano della liberazione !! Ogni volta che si parla di Grecia e della seconda guerra mondiale, provo emozioni forti nel ricordo dei racconti che lui mi fece quando ero bambino. La pleurite lo graziò per tanti anni, fino al 1992, quando morì di un tumore polmonare ❤❤
Grazie professore per questo video. Sono di Cefalonia e una grande amante d’ Italia. La fine di video era molto emozionante per me
Un mio parente era a Cefalonia, riuscì a salvarsi dai tedeschi gettandosi in mare e togliendosi tutti i vestiti. È morto l'anno scorso, da ultra centenario
MIO NONNO ERA DI STANZA A PATRASSO E SI IMBARCÒ CON LA PROMESSA DI RIMANDARLO A CASA, MA IL VIAGGIO CONTINUÒ FINO A MAUTHAUSEN DOVE CI PASSÒ QUASI UN ANNO A FARE IL CAVATORE, PRIMA DI RIUSCIRE A FUGGIRE. ARRIVÒ A CASA CHE PESAVA 30 KILI.
Grazie mille, professore Barbero, per la Sua professionalità e competenza
Grazie per il video professore ,mi ha ricordato i racconti di mio nonno che era a Corfù.Mi disse le brutture di quel tempo ma anche come strinse amicizia con un soldato tedesco quando la nave affondò, un amicizia durata una vita .
Grazie professore. Mio padre era nella Divisione Acqui, per lungo tempo si e' tenuto tutto quello che ha vissuto dentro...poi ha deciso che doveva essere raccontato ed e' andato a parlare della sua storia nelle scuole e nelle conferenze e sedi divulgative ed ha sempre messo in risalto l'importanza della PACE. Sulla sua storia ha scritto un libro. Solo da poco tempo si parla di loro.... gli eroi della liberta'.
Mi è sempre piaciuta la storia ma Lei la rende ancora più bella e avvincente. Anche il modo di esporla con battute è coinvolgente. Anche io cerco nei miei video di usare un linguaggio simile. Grande!
Sicome sono un fan del professore gli seguo con molto interesse i suoi video sul Youtube. Devo ricordare però, aproposito dei italiani che hanno combattuto nelle file partigiane, che oltre a quelli con partigiani jugoslavi c'erano anche dei altri che hano combattuto ai fianchi dei partigiani albanesi. Loro arrivassero al ordine di alcune centinaie di militari italiani forse alla fine della guerra anche di qualche migliaio. C'e stato persino un battaglione di militari italiani che portava il nome di Antonio Gramsci (che oltretutto era di origini albanese), nonche alcune baterie di montagna disperse nelle brigate partigiane albanesi che alla fine del '44 numeravano 50 mila unitá su una popolazione di soli 1.2 milioni di abitanti. Molti altri avevano trovato rifuggio nelle famiglie albanesi che gli hanno proteti e nascosti dai tedeschi.
Luigi Ferrari,reduce di Cefalonia,nei miei ricordi di bambino quei pochi racconti mi riempiono ancora di terrore,un grande uomo e un grande lavoratore. La prima resistenza? Chissà,alla fine i morti hanno una sola sicurezza,quella di non essere più vivi.
45 anni fa ho visto la tomba di un ex militare italiano di nome Giusepe, (che aveva lotato con i partigiani) caduto in bataglia, sepolto vicino ai suoi compagni partigiani albanesi caduti nella stessa bataglia contro i tedeschi. Mio padre aveva combatuto la guerra con lui cosi come con un altro militare italiano il qui nome di bataglia faceva Sula. Quel ultimo aveva visitato Albania dopo la guerra e cosi mio padre l'aveva incontrato di novo.
Grazie professore per questo video. Quando verrà a Treviso per un’altra lezione
signor barbero questo sarà un messaggio sgrammaticato e pieno di errori ma il contenuto verrà da profondo del mio cuore. Lei è andato in pensione, ma oggi non è andato in pensione un professore universitario oggi è andato in pensione un pezzo di storia dell italia e del mondo intero, un uomo che è riuscito a far appassionare un sacco di ragazzini alla storia. Purtroppo non avrò l’onore di assistere dal vivo a una sua lezione però ogni volta che studio storia la studio con leggerezza anche grazie a lei. Se da grande riuscirò ad inseguire uno dei miei sogni ovvero vivere grazie alla storia sarà anche merito suo. non posso che ringraziarla per tutto quello che ha regalato al mondo intero
Non dimentichiamo anche gli eroi di Leros e Kos. Mio.nonno era nel 10° reggimento fanteria a Kos. Dopo 3 giorni di scontri a fuoco furono tutti fatti prigionier. Gli ufficiali (108) furono assassinati e sepolti in fosse comuni. I soldati furono deportati come IMI. Mio nonno finì in un campo di concentramento in Serbia. Sopravvisse alla guerra e tornò in Italia dopo tantissime peripezie. Per chi avesse avuto un parente internato nei campi nazisti potete richiedere la medaglia d'onore. Se volete un aiuto a richiederla sono a disposizione.
Mio papà era a Zante dove fu fatto prigioniero e tornò dalla prigionia di Berlino irriconoscibile se non al cagnolino di mia mamma
Ero molto piccola ma mi ricordo un racconto terribile di mio nonno che era stato a Cefalonia. Gli fecero scavare fosse comuni si salvò grazie all'intervento del cappellano militare e insieme a pochi altri fu mandato in campo di concentramento. Era meccanico quindi lo utilizzarono per lavorare. Quando ci fu l' occasione di tornare in Italia per la Repubblica sociale la prese al volo ma non ci arrivò mai perché scappò. Mio padre era piccolo ma si ricordava di un uomo nascosto sulle colline di Sanremo che gli avevano detto essere suo zio in realtà era mio nonno. Papà si ricordava di aver assistito ad un incontro notturno con sua madre e suo "zio" e persone mai più viste...lo "zio" viveva nascosto in una buca... solo da adulto mio papà capì che aveva assistito ad un incontro con i partigiani
Grazie Professore, la seguo sempre e la ascolto molto volentieri. Pensavo, riflettevo su Lei, Lei che vive nei nostri giorni, ma che vive, attraverso i suoi studi, tantissimo nel passato….si avverte, questa sensazione di passato e presente,attraverso o suoi racconti. Le chiedo, se posso, dove si sente più a suo agio? Oggi, o allora….? Buona continuazione e ancora grazie per la Sua grande conoscenza.
Grazie Professore. Il fratello di mia mamma era nella divisione Acqui, aveva 20 anni, e dalle poche informazioni che arrivarono anni dopo, prima risultò disperso, poi sembra sia stato tra quelli fucilati. Una delle pagine più tristi e sconcertanti della nostra storia.