Protagonista di una stagione di eccezionale rilievo nella storia d'Europa, Federico II è stato e continua ad essere oggetto di interpretazioni antitetiche: sovrano illuminato, capace di destreggiarsi e imporsi nella complicata realtà politico-sociale dell'Europa del '200, per alcuni; è stato, secondo altri, un "imperatore medievale", intollerante e poco lungimirante. Stürner riallaccia i fili della memoria dell'intera vicenda federiciana: dalle origini - l'eredità normanna e quella sveva e l'intricata vicenda familiare ai complicati, e spesso aspri, rapporti tra il papato e l'impero, rimuovendo le stratificazioni mitologiche e ideologiche che nei secoli hanno avvolto la figura di Federico II, alterandone la fisionomia. Quella di Wolfgang Stürner è l'opera più completa e aggiornata sull'imperatore svevo, svincolata dalle secche delle strumentalizzazioni ideologiche, unanimemente apprezzata per il rigore storico e filologico, il puntuale utilizzo del vastissimo deposito di fonti e letteratura, l'antidoto migliore contro ogni forzatura interpretativa. Completa l'edizione italiana una importante introduzione di Ortensio Zecchino.
Stupor mundi fu detto dai contemporanei Federico II di Svevia, l’unico degli imperatori germanici del medioevo, insieme con il Barbarossa, che subito ci rimandi a immagini evidentissime: la disfatta inflittagli nel 1248 dai popolani di Parma, gli splendori della corte di Sicilia, i castelli di Puglia, gli arcieri musulmani, le donne dell’harem, le cacce col falcone illustrate nel suo trattato. Immagini romantiche, però. E confluenti verso un’interpretazione convenzionale, tesa a chiudere con la sua figura un conflitto secolare tra Impero e Chiesa, e inaugurare invece il decollo della civiltà borghese mercantile culminante nel Rinascimento. In questo libro, invece, l’imperatore si muove all’interno di un complicato gioco d’azioni e di reazioni. Di lui viene rivelata, duplice e sconcertante, l’anima insieme feudale e illuminata: il senso feroce del potere, e lo scetticismo che a esso poneva di continuo un limite invalicabile.