Alessandro Barbero racconta - Guelfi e Ghibellini

Sep 10, 2025

Description

Alessandro Barbero racconta le complesse e violente dinamiche dell'Italia dei Guelfi e Ghibellini, un periodo di profonda spaccatura politica e sociale. Sebbene i fronti non fossero immutabili e vi fossero continui scambi e tradimenti, la divisione era senza rimedio. Dante Alighieri è presentato non come poeta, ma come uomo politico e di partito immerso nella feroce e corrotta politica fiorentina del suo tempo.

Un punto cruciale per comprendere le contraddizioni di Dante è il suo incontro con Farinata degli Uberti nel Canto X dell'Inferno. Farinata, mitico capo dei Ghibellini morto in esilio, sente Dante parlare fiorentino e lo ferma, incuriosito dal fatto che sia vivo all'Inferno. La sua prima domanda, come tipico dei nobili dell'epoca, è "chi fuorli maggior tui?" (chi sono i tuoi antenati), poiché la nobiltà era definita dalla stirpe.

Gli Uberti erano considerati una delle famiglie più antiche di Firenze, anche se in realtà, al tempo di Dante, erano nobili da circa 200 anni, avendo accumulato ricchezze attraverso affari, commercio, appalti e prestiti di denaro, investendo poi in torri e uno stile di vita cavalleresco. Dante inizialmente condivideva i pregiudizi sulla nobiltà, criticando la "gente nuova" e i "subiti guadagni" come cause del declino di Firenze. Tuttavia, nel Convivio (scritto negli anni del suo esilio, 1304-1305), egli espresse l'idea che la vera nobiltà è una predisposizione alla virtù, un dono divino individuale e non di famiglia, citando proprio gli Uberti come esempio di chi si vanta scioccamente della nobiltà di antenati.

Quando però Dante incontra Farinata nell'Inferno (probabilmente verso il 1306-1307), non gli espone queste teorie, ma gli racconta chi erano i suoi antenati, affermando di aver desiderato obbedire. Farinata risponde fieramente che furono suoi nemici e che lui e il suo partito li dispersero due volte, cacciandoli da Firenze.

Questo riflette la politica comunale fiorentina, dove il partito al potere considerava l'opposizione nemica pubblica da cacciare o uccidere. Le due dispersioni a cui Farinata si riferisce sono:

1. Anni '40 del Duecento: Sotto l'imperatore Federico II di Svevia, i Ghibellini prevalsero a Firenze. Il nonno di Dante, Bellincione, e i suoi figli (incluso il padre di Dante, Alighiero) si trovavano a Prato, suggerendo un esilio politico.

2. 1260-1266: Dopo la morte di Federico II nel 1250, i Guelfi ripresero il potere a Firenze, con l'affermazione del "primo popolo" (governo di imprenditori e artigiani di simpatie Guelfe), permettendo il rientro degli antenati di Dante. Nel 1260, la battaglia di Montaperti portò alla sconfitta dei Guelfi e al ritorno dei Ghibellini con Farinata. I Ghibellini furono poi definitivamente cacciati nel 1266 dopo la battaglia di Benevento, che vide il trionfo dei Guelfi. Un cugino di Dante, Geri del Bello, risulta effettivamente esiliato come Guelfo in quel periodo.
Dante, piccato dalla vanteria di Farinata, risponde con fierezza da Guelfo: "se fur cacciati e i tornar d'ogni parte... ma i vostri non appreser ben quell'arte", sottolineando che i suoi antenati tornarono sempre, a differenza degli Uberti che non tornarono più dopo il 1266. Questa è una chiara dichiarazione del Guelfismo di Dante.

Un altro episodio che illustra l'immersione di Dante nella cultura del suo tempo è l'incontro con Geri del Bello all'Inferno. Geri, cugino di Dante, assassinato dai Sacchetti (nemici della famiglia), è arrabbiato perché non è ancora stato vendicato dalla sua famiglia. Dante sembra dare piena ragione a Geri del Bello sulla necessità della vendetta, mostrando l'importanza di tali valori per l'uomo dell'epoca.

Infine, l'origine dei nomi "Guelfi" e "Ghibellini" è di derivazione germanica ("Welfen" per i nemici dell'imperatore e "Weiblingen" per i partigiani degli Svevi), ma già all'epoca dei fatti non era chiara. Persino cronisti del Trecento, come l'anonimo romano, inventavano storie fantasiose sulla loro origine (ad esempio, due cani che lottavano in piazza). L'unica certezza era che, se si era Guelfi e l'altro Ghibellino, si era nemici mortali.

Basso medioevo