Feb 16, 2023 42 0
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Oggi in Europa e Stati Uniti si può dire che il cittadino medio non senta profondamente che votando quel partito o quel candidato partecipa profondamente alle decisioni. Nella sensazione comune c’è il fatto che le decisioni le prendono loro e il fatto che ogni tanto possiamo cambiarli è già qualcosa ma non vuol dire decidiamo noi. Per noi democrazia vuol dire soprattutto libertà, posso dire quello che voglio e non verrà la polizia a bussare domani. Non decidiamo ma siamo al sicuro.
Dall’800 americani ed europei ci riflettono: era il problema degli Stati Uniti fin dall’inizio.
Tocqueville: la cosa più importante per la democrazia, non è che non debbano esistere grandi fortune, è inevitabile va anche bene, ma che le grandi fortune non dovrebbero rimanere nelle stesse mani (mobilità sociale). Ci sono i ricchi ma non devono formare una classe.
Barak Obama: la democrazia crolla quando la persona media sente che la sua voce non conta, che il sistema è sbilanciato a favore dei ricchi o dei potenti o di interessi privati.
Jimmy Carter: noi oggi siamo diventati un’oligarchia invece di una democrazia.
Arundhati Roy (scrittrice indiana): la democrazia non significa più quel che dovrebbe, è stata sottoposta a revisione in officina, ognuna delle sue istituzione è stata svuotata e ci è stata restituita come un veicolo per il libero mercato, uno strumento a disposizione delle multinazionali, per le multinazionali fatto dalle multinazionali. (Per il popolo, fatto dal popolo…)
Chomsky: il progetto dei principi neo liberali è di per sé un attacco diretto alla democrazia.
Unico concetto che vale per tutte le democrazie è forse la frase di Winston Churchill: “la democrazia è la peggior forma di governo, tranne tutte le altre che sono state provate”.
Da un estratto sulla conferenza del Professor Alessandro Barbero in tema "La Democrazia oggi"
"La fine di un' epoca" - Una discussione con il Professor Alessandro Barbero in merito al periodo attuale, le guerre, il progresso, la tecnologia. La guerra come motodo di risoluzione delle controversie che dalla Seconda Guerra Mondiale in poi in Europa ha trovato una forte condanna, e un impegno nella costruzione di quella pace che sarà andata avanti in decenn ...
Alessandro Barbero modera il primo panel (Le origini del volo: da Leonardo da Vinci ai fratelli Wright) del "Simposio Storico", la prima iniziativa organizzata dall’Aeronautica Militare per celebrare i suoi 100 anni di vita. Insieme ad illustri ospiti, tra cui Alberto Angela, è stato ripercorso il passato, il presente e il futuro della Forza Armata: a par ...
La storia come studio degli eventi, degli accadimenti e dei grandi uomini che hanno preso le grandi decisioni. Da Marx all'economia per capire e comprendere se comprendere le leggi della storia si può comprendere cosa succederà nel futuro.
Il noto storico e divulgatore Alessandro Barbero è ospite a "Stasera c'è Cattelan"! Dalla presentazione del suo ultimo romanzo "Brick for stone" ambientato poco prima degli attentati dell'11 settembre il Professore parla della storia, del rapporto con i media e la comunicazione e di come la vita comune delle persone faccia in realtà parte di quell ...
Alessandro Barbero e Sandro Carocci discutono durante il webinar di Laterza editore sul clima e l'ambiente nei grandi processi storici. Clima e ambiente nei grandi processi storici è il tema della trattazione, nello specifico la questione emergente del riscaldamento globale. L'elemento ambientale preso in considerazione in maniera assai maggiore rispetto a qua ...
Alessandro Barbero è stato ospite della Cooperativa Popolare Infrangibile 1946. Durante l'incontro si è discusso di vari temi tra cui diritti dei lavoratori, antisindacalismo e festa del 25 Aprile. La spaccatura dell'Italia di allora che si è protratta fino ad oggi, a partire da una certa riluttanza ad ammettere che la Resistenza è stata an ...
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Quali sono le grandi dinamiche che guidano l'accumulo e la distribuzione del capitale? Domande sull'evoluzione a lungo termine dell'ineguaglianza, sulla concentrazione della ricchezza e sulle prospettive della crescita economica sono al cuore dell'economia politica. Ma è difficile trovare risposte soddisfacenti, per mancanza di dati adeguati e di chiare teorie guida. In "Il capitale nel XXI secolo", Thomas Piketty analizza una raccolta unica di dati da venti paesi, risalendo fino al XVIII secolo, per scoprire i percorsi che hanno condotto alla realtà socioeconomica di oggi. I suoi risultati trasformeranno il dibattito e detteranno l'agenda per le prossime generazioni sul tema della ricchezza e dell'ineguaglianza. Piketty mostra come la moderna crescita economica e la diffusione del sapere ci abbiano permesso di evitare le disuguaglianze su scala apocalittica secondo le profezie di Karl Marx. Ma non abbiamo modificato le strutture profonde del capitale e dell'ineguaglianza così come si poteva pensare negli ottimisti decenni seguiti alla seconda guerra mondiale. Il motore principale dell'ineguaglianza, la tendenza a tornare sul capitale per gonfiare l'indice di crescita economica, minaccia oggi di generare disuguaglianze tali da esasperare il malcontento e minare i valori democratici. Ma le linee di condotta economica non sono atti divini. In passato, azioni politiche hanno arginato pericolose disuguaglianze, afferma Piketty, e lo possono fare ancora.